Il 4 luglio 1931 lo scrittore Ignazio Silone è espulso dal PCd’I. Causa del provvedimento l’associazione di Silone al gruppo cosiddetto “deviazionista” di Paolo Ravazzoli, Pietro Tresso e Alfonso Leonetti, dai quali, comunque, lo scrittore aveva ufficialmente preso le distanze. In un commento, “Stato Operaio”, la rivista del Partito Comunista d’Italia, definisce Silone “un intellettuale rammollito”. La notizia raggiunge Silone mentre si trova nel sanatorio di Davos (Svizzera) per curare la tisi.