Il 5 luglio 2001 Vittorio Cecchi Gori viene accusato di concorso in riciclaggio per aver emesso, nell’anno 1999, sessantotto cambiali da un miliardo ciascuna a fronte di un falso finanziamento della stessa cifra, ostacolando, in questo modo, l’identificazione della provenienza illecita di cospicue somme di denaro. L’allora presidente della Fiorentina è accusato in concorso con altri cinque indagati; tra questi il suo braccio destro Paolo Cardini, Luigi Barone, amministratore di alcune società del gruppo Cecchi Gori e il mediatore d’affari Aldo Ferrari. Vengono perquisiti la sede della Fiorentina a Firenze, gli uffici della Finamvi, la società finanziaria del gruppo e le abitazioni private di Roma e Firenze del noto produttore nonché presidente della società viola.