Il 22 gennaio 1982 Carlo De Benedetti, che ricopre questa carica dal 18 novembre 1981, annuncia le dimissioni da vice presidente del banco Ambrosiano per forti divergenze con il Presidente Roberto Calvi. De Benedetti, che controlla il 2% della banca, esce al termine di un durissimo scontro con Roberto Calvi, dal quale cerca ripetutamente e senza successo di essere informato delle condizioni reali della banca. Ma l’uscita gli porta 54 miliardi di lire ma il 31 ottobre 1994 De Benedetti verrà condannato dal tribunale di Milano per il crac dell’Ambrosiano in concorso con Licio Gelli, Bruno Tassan Din e altri trenta imputati.