Il 28 agosto 1971 alle 5 del mattino un marinaio preoccupato, sveglia il Comandante della nave traghetto ‘Heleanna’ a causa di un principio d’incendio.A bordo del più grande traghetto del mondo – un’ex petroliera trasformata alla bisogna per l’enorme sviluppo del turismo in Grecia – proveniente da Patrasso e diretto ad Ancona, ci sono 1174 passeggeri e circa 200 autovetture. Dopo quasi due ore di tentativi per domare l’incendio, il capitano Demetrios Anthipas, decide di lanciare l’S.O.S. e nel frattempo fa salire sul ponte tutti i passeggeri per dare inizio alle operazioni di sgombero della nave. Da quel momento, avviene la tragedia che provoca che provoca 25 morti, 16 dispersi e 271 feriti, alcuni anche in modo grave, tragico bilancio di un incendio causato più dall’ingordigia di un armatore senza scrupoli e da un comandante irresponsabile che dalla condizione del mezzo di trasporto. Il grande traghetto che poteva trasportare al massimo 620 passeggeri non ha ovviamente né scialuppe di salvataggio né salvagenti sufficienti per quasi il doppio delle persone a bordo. Per di più, delle 12 scialuppe in dotazione, soltanto 4 o 5 possono essere calate in mare. Le altre, con gli argani bloccati, sono inamovibili. Quando l’‘Heleanna’ lancia finalmente l’S.O.S. il traghetto si trova a non meno di 15 miglia da Monopoli ed è da qui che partono, immediatamente, i primi soccorsi, seguiti dai mezzi della Capitaneria di Bari e Brindisi. Ma è l’opera di pescherecci e barconi, ancora intenti a pescare vicinissimi al traghetto, ad evitare un disastro paragonabile al ‘Titanic’. Il capitano della nave, che tenta di fuggire in Grecia, viene arrestato per omicidio colposo.