Il 14 ottobre 1991 a Oslo (Norvegia) viene annunciato che il premio Nobel per la pace è assegnato ad Aung San Suu Kyi, leader dell’opposizione in Myanmar (ex Birmania). Lo ritireranno i suoi figli perché la donna è detenuta nelle carceri birmane e non accetta di lasciare per sempre il paese, condizione che il regime le impone in cambio della libertà. Nel 1990 Aung San Suu Kyi viene insignita del premio Sacharov per la libertà di pensiero. Aung San Suu Kyi nasce il 14 giugno 1945 a Rangoon (Birmania) ed è figlia di U Aung San, il fondatore della moderna Birmania assassinato nel 1947; prosegue l’azione del padre abbracciando i principi della non violenza enunciati da Mohandas Gandhi. Tornata in patria dopo un periodo di esilio nel 1988, per partecipare alle elezioni con la National League for Democracy da lei fondata, ottiene l’80% dei suffragi; tuttavia la giunta militare al potere si rifiuta di riconoscere l’esito del voto. In seguito Aung San Suu Kyi trascorre due terzi della propria vita tra carcere ed arresti domiciliari, senza mai interrompere tuttavia la sua battaglia pacifista contro il regime militare birmano.