Muore lo scrittore e giornalista Luciano Bianciardi

Il 22 ottobre 1971 muore a Milano lo scrittore e giornalista Luciano Bianciardi. Bianciardi nasce  il 14 dicembre 1922 a Grosseto e nel novembre 1940 si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Pisa. Durante il  periodo universitario frequenta lo scrittore  Umberto Comi, poi divenuto direttore della “Gazzetta” di Livorno, dove usciranno i suoi primi e più numerosi articoli del periodo grossetano. Nel 1949 riceve dal Comune di Grosseto l’incarico di riordinare la biblioteca civica “Chelliana”, gravemente danneggiata dai bombardamenti del 1943 e dall’alluvione dell’anno seguente e ne diverrà il direttore fino al 1954. Avvia una intensa collaborazione con Carlo Cassola, che porta alla pubblicazione della sua prima opera in volume, firmata con l’amico, “I minatori della Maremma” (1956). Emigrato a Milano alla fine di giugno del 1954, Bianciardi lavora come redattore della casa editrice che stava facendo nascere Giangiacomo Feltrinelli ma si licenzia nel 1957, anno in cui inizia a svolgere a tempo pieno il lavoro di traduttore (sono più di cento le opere da lui tradotte). Contemporaneamente pubblica racconti e romanzi propri, tra cui il suo più famoso “La vita agra” (1962). Tra gli altri “Il lavoro culturale” (1957), “L’integrazione” (1960), “Aprire il fuoco” (1969), “Viaggio in Barberia” (1969).

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