Il 27 novembre 1951 a Praga (Cecoslovacchia) al termine di una cena a casa del capo del governo cecoslovacco Antonín Zápotocký l’ebreo Rudolf Slansky, ex segretario del PC e vicepresidente del Consiglio dei Ministri, viene arrestato per “tradimento” perché non segue gli ordini di Stalin a proposito della Jugoslavia. Stalin infatti, dopo la rottura con Tito, Presidente della Jugoslavia, teme il ripetersi di altre insorgenze nazionaliste nei Paesi europei appena conquistati e individua negli ebrei il potenziale nucleo di un’identità autonoma. Slansky viene processato, condannato e impiccato il 2 dicembre 1952. Palmiro Togliatti, in visita a Praga proprio in quei giorni, respinge il disperato appello che la moglie gli invia, sapendolo amico del marito. L’esposizione di Togliatti e del Pci sulla vicenda è tale che, quando nel 1963 a Praga viene decisa la riabilitazione di Slánský, Togliatti invia una lettera al capo del partito cecoslovacco Antonín Novotný per chiedere che nulla trapeli prima delle imminenti elezioni politiche italiane.