Il 4 dicembre 2001 monsignor Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale della salute, presenta il manuale su “Chiesa, droga e tossicomania”. Il Vaticano è “contrario” alla legalizzazione di ogni sostanza stupefacente, anche della sola “cannabis”, la più leggera delle droghe. La Santa Sede afferma che il vero problema rimane la prevenzione, strada non percorsa abbastanza: «L’uso della droga è un espediente per non montare tutte le esigenze della vita». Sempre secondo il Vaticano “liberalizzare” la droga condurrebbe ad accettarne la legalità in modo da portare a credere che «ciò che è legale è normale e morale». Il manuale prosegue sostenendo che: «La legalizzazione provocherebbe inevitabilmente un maggiore consumo, una maggiore criminalità, un numero maggiore di incidenti stradali, un aggravarsi dei problemi personali, un aumento dei problemi sanitari a carico della collettività». Un monito velato allo Stato italiano che non deve essere assolutamente disposto ad abdicrere al «dovere tutelare il bene comune».