Il 15 dicembre 1631, alle 19, i terremoti cominciano ad avvertirsi anche a Napoli e nella notte si intensificano in numero ed energia, in concomitanza con la formazione di fratture eruttive nell’Atrio e sulle pareti del Gran Cono. I fenomeni iniziano ai primi di dicembre con la fase preeruttiva, con alcuni terremoti avvertiti nell’area vesuviana e un progressivo sollevamento del fondo craterico, che pochi giorni prima dell’eruzione ne raggiunge l’orlo. La temperatura aumenta e scompaiono i laghetti termali intracalderici. L’eruzione dura 18 giorni, fino al 2 gennaio 1632, provocando oltre 5.000 morti.