Il 15 gennaio 2002 la Borsa di New York (New York, Usa) sospende il titolo Enron dalle contrattazioni e procede alla sua rimozione dal listino. Motivo della drastica decisione il fallimento dichiarato dalla società e l’incertezza sul suo futuro. Il valore dell’azione è passato dagli 84 dollari del 2001 a pochi centesimi. L’inchiesta, iniziata il 10 gennaio, metterà in luce responsabilità penali dei vertici della società e connivenze politiche ad altissimi livelli, tenuto conto che la Enron è il principale sostenitore della campagna elettorale di Bush Jr, e che il vicepresidente Dick Cheney si è avvalso della collaborazione della Enron per la preparazione del piano energetico dell’amministrazione Bush. Il 24 gennaio si dimetterà Kenneth Lay, presidente e amministratore delegato della società, il giorno successivo, a Houston (Texas, Usa) si suiciderà Cliff Baxter, ex vice-presidente della compagnia. Il gigante texano dell’energia Enron, crolla in poche settimane, distrutto da un management che trucca per anni i bilanci aziendali. La società aveva un giro d’affari superiore ai cento miliardi di dollari all’anno. Lo scandalo sconvolge l’America e lascia migliaia di dipendenti senza lavoro, senza risparmi, costituiti da azioni dell’azienda e senza pensione, dato che anche il fondo pensioni era costituito principalmente da azioni della società.