Il 10 febbraio 1837 muore a San Pietroburgo (Russia) il poeta Aleksandr Sergeevic Puskin, in seguito alle ferite riportate in un duello sostenuto con un ufficiale francese, che alcune lettere anonime indicavano come l’amante della moglie. Puskin nasce il 6 giugno 1799 a Mosca (Russia) e compone le prime opere poetiche, che gli danno subito molto credito, negli anni dal 1812 al 1817. Il dispiegarsi della personalità di Puskin, che è considerato il maggior poeta russo, dà il primo frutto maturo alla fine del 1825 con la tragedia “Boris Godunov”, primo dramma storico nazionale e opera che segna il superamento del Romanticismo. Dopo aver pubblicato (1828) il poema “Poltava”, nel 1831 Puskin porta a termine il romanzo in versi “Eugenio Onegin”, l’opera che meglio riflette la personalità di Puskin nel suo svolgersi e che sarà la base della grande tradizione realistica russa. Nel 1836 Puskin ottiene anche il permesso di pubblicare la rivista “Sovremennik” (Il contemporaneo), in cui dà la misura del proprio ingegno critico e della profonda comprensione della problematica culturale non soltanto russa ma europea.