Il 27 febbraio 1947 a Firenze si conclude con l’applicazione dell’amnistia l’istruttoria formale a carico di Licio Gelli, denunciato dal colonnello dell’aeronautica Vittorio Ferranti per aver organizzato e diretto rastrellamenti di prigionieri britannici evasi. La sentenza è la conseguenza della cosiddetta “amnistia Togliatti” provvedimento di condono delle pene proposto dal Ministro di grazia e giustizia Palmiro Togliatti, approvato dal governo italiano, promulgata con decreto presidenziale 22 giugno 1946, n.4. L’amnistia comprende i reati comuni e politici, compresi quelli di collaborazionismo con il nemico e reati annessi ivi compreso il concorso in omicidio, pene punibili fino ad un massimo di cinque anni, i reati commessi al Sud dopo l’8 settembre 1943 e l’inizio dell’occupazione militare Alleata al Centro e al Nord e è efficace per i reati commessi a tutto il giorno 18 giugno 1946. Lo scopo la pacificazione nazionale dopo gli anni della guerra civile ma molte le polemiche sulla sua estensione, tanto che il 2 luglio 1946 Togliatti con l’emanazione della circolare n. 9796/110, raccomanda interpretazioni restrittive nella concessione del beneficio.