Dieci anni fa arrestato l’immobiliarista Danilo Coppola

L’1 marzo 2007 a Grottaferrata (Roma) l’immobiliarista Danilo Coppola, azionista tra l’altro di Mediobanca, è arrestato e portato nel carcere romano di Regina Coeli con l’accusa di bancarotta, riciclaggio, associazione a delinquere e appropriazione indebita della galassiadi sue cocietà tra cui la Micop; il 23 marzo 2007 tenta il suicidio. Il 19 novembre 2007, in seguito ad un arresto cardiaco, è ricoverato al Policlinico Umberto I di Roma dove entra in coma. Il 6 dicembre 2007, scompare dall’ospedale dove è ricoverato, come denunciato dagli stessi genitori. Nel primo pomeriggio, poi, contatta la redazione di Sky Tg24, dichiarando di essere vittima di una persecuzione.Qualche ora dopo si consegna alla polizia. Nel giugno 2010 raggiunge un accordo per saldare il suo contenzioso con il Fisco italiano sulla base di 200 milioni di euro. Nel febbraio 2011 l’Agenzia delle Entrate dichiara estinti tutti i debiti del gruppo Coppola, notificando il pagamento come idoneo a soddisfare anche le pretese a titolo risarcitorio connesse al debito tributario di ciascuna società, e agli eventuali inadempimenti che lo hanno generato. Con sentenza del 31 ottobre 2012, depositata poi il 4 dicembre, la Corte di Cassazione accoglie il ricorso della Micop Immobiliare e annulla la sentenza di fallimento. Il 7 maggio 2013, a pochi mesi dall’annullamento del fallimento da parte della Cassazione, la Corte d’Appello del Tribunale di Roma emette sentenza di assoluzione con formula piena di Danilo Coppola dall’accusa di bancarotta fraudolenta “perché il fatto non sussiste”, ribaltando la sentenza di primo grado e per questa vicenda il Gruppo Coppola subisce danni pari a 1,2 miliardi di euro. Poi I’1 aprile 2016 il Tribunale di Roma condanna Danilo Coppola a 9 anni di reclusione con interdizione in perpetuo dai pubblici uffici per bancarotta fraudolenta, avvenuta tra il 2007 e il 2008, di un’altra decina di società del suo gruppo che avevano prodotto un buco per quasi 300 milioni di euro e il 24 maggio 2016 Coppola viene arrestato dalla Guardia di Finanza di Milano con l’accusa di bancarotta fraudolenta e sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte in relazione all’indagine sulla Porta Vittoria SpA, la sua società che avrebbe dovuto riqualificare l’omonimo quartiere milanese e che è salvata dal fallimento su richiesta dei creditori tra cui il Banco Popolare esposto per 200 milioni di euro. Inoltre la Immobiliare 2004 avrebbe un passivo di 500 milioni per cui si ipotizzano i reati di bancarotta, distrazione di fondi e dissipazione del patrimonio in danno ai creditori; un altro caso è il fallimento della società veicolo Mib prima srl, creata appositamente per trasferire la partecipazione Ipi spa dal Gruppo Coppola a Mi.mo.se spa. Viene contestato quindi anche il presunto svuotamento delle società fallite con sottrazione di denaro e beni in modo da sfuggire alle pretese del fisco.

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