Dieci anni fa rrrestato in Brasile Cesare Battisti, superlatitante degli anni di piombo

Il 18 marzo 2007 viene arrestato a Rio de Janeiro (Brasile, in un albergo di Copacabana, Cesare Battisti, che verrà detenuto Battisti in carcere a Brasilia (Brasile) fino al 9 giugno 2011. L’ex leader dei “Proletari armati per il comunismo” è arrestato a Parigi (Francia) nel 2004 su richiesta del ministero della Giustizia italiano, perché condannato definitivamente due volte all’ergastolo e perchè imputato di altri due omicidi. Battisti però è scarcerato con obbligo di firma, in attesa che si compia l’iter dell’estradizione richiesta dal nostro governo. Così Battisti fugge in Brasile. Battisti nasce il 18 dicembre 1954 a Cisterna di Latina (Latina) e come membro del gruppo Proletari Armati per il Comunismo, è condannato in contumacia all’ergastolo, con sentenze passate in giudicato, per quattro omicidi, due commessi materialmente, due in concorso con altri, secondo la legislazione d’emergenza degli anni di piombo, oltre che per vari reati legati alla lotta armata e al terrorismo. Il 31 dicembre 2010 il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva annuncia il rifiuto dell’estradizione in Italia, concedendo il diritto d’asilo. Della questione è investita la Corte costituzionale brasiliana su sollecito della nuova presidente del Brasile, Dilma Rousseff, che l’8 giugno 2011 nega definitivamente l’estradizione, pur revocando lo status di rifugiato, con la motivazione che avrebbe potuto subire “persecuzioni a cause delle sue idee”. Battisti è quindi scarcerato, e rimane in libertà fino al 12 marzo 2015, giorno in cui viene nuovamente arrestato dalle autorità brasiliane in seguito all’annullamento del permesso di soggiorno, ma rilasciato quasi subito.

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