Il 25 marzo 1767 nasce a Labastide-Fortunière (Francia) Gioacchino Murat, stretto collaboratore di Napoleone nelle campagne d’Italia, d’Egitto, nel colpo di stato del 18 brumaio e, ancora, a Marengo e ad Austerlitz (Moravia, oggi Slovacchia) il 2 dicembre 1805. Nel 1808 sposa la sorella di Napoleone, Carolina. Insignito del titolo di maresciallo e poi di principe dell’impero, guida in Spagna la repressione dei moti antifrancesi. Sempre nel 1808 succede a Giuseppe Bonaparte sul trono di Napoli e ne continua l’opera di smantellamento dell’ancien régime e di costruzione di una moderna monarchia amministrativa. Le sue velleità d’indipendenza lo rendono però ben presto sospetto a Napoleone. Dopo la battaglia del 16-19 ottobre 1813 a Lipsia (Sassonia, Germania), dove comunque comanda le truppe napoletane a fianco di Bonaparte, intavola trattative con Inghilterra e Austria per salvare il trono. Ma le avvisaglie delle negative decisioni del congresso di Vienna (Austria) lo inducono nel 1815 a riprendere le armi, cercando, con il proclama di Rimini, di ergersi a campione dell’indipendenza italiana. Sconfitto a Tolentino (Macerata) dagli austriaci, tenta di sbarcare di nuovo nel regno, ma è preso e fucilato dai borbonici il 13 ottobre 1815 a Pizzo Calabro (Vibo Valentia).