Il 5 maggio 1997 si impicca a una trave nella sua casa a Firenze Giorgio Conciani, medico ginecologo radicale malato di sclerosi multipla e semiparalizzato, impegnato da decenni nelle battaglie a favore dell’aborto e dell’eutanasia. Con Adele Faccio, negli anni ’70, Conciani è protagonista della stagione difficile che precede l’approvazione della legge 194. Più volte è arrestato per aver praticato l’aborto in strutture messe a disposizione dai radicali o dalle organizzazioni femministe. Nel 1995 è espulso dall’Ordine dei medici per aver pubblicamente dichiarato di aiutare con la “dolce morte” i malati terminali che glielo chiedevano.