Il 6 maggio 1997 confiscati a Catania beni per oltre 1.000 miliardi al costruttore palermitano Vincenzo Piazza, in carcere da tre anni e sotto processo con l’accusa di associazione mafiosa. Tra i beni confiscati, venti aziende, coordinate dalle holding “Immobiliare Caravaggio” e “Leonardo da Vinci” intestate alla moglie e alla figlia, 10 scuole, 131 appartamenti, 122 magazzini, 8 capannoni industriali, terreni a Palermo, Carini, Ragusa e Monteroni d’Arbia, nel Senese, dove l’imprenditore possiede aziende agricole. Migliaia di appartamenti sono tuttora affittati alla Regione, al Comune, alla Provincia e ad altri Enti pubblici. Una quota dell’azienda agricola toscana è del genero del costruttore, Ignazio Zummo, figlio dell’imprenditore Francesco Zummo, accusato di essere prestanome di Vito Ciancimino, assieme al socio Francesco Civello. Delle imprese di Piazza si parlava già negli atti della Commissione antimafia degli anni ’60-’70. Piazza dichiarava al fisco un reddito annuo di 1.857.000 lire.