Il 16 maggio 1997 muore a Roma il regista Giuseppe De Santis, protagonista della stagione del neorealismo del secondo dopoguerra. De Santis nasce l’11 febbraio 1917 a Fondi (Latina), dopo gli studi di filosofia a Roma lavora qualche anno come critico per la rivista “Cinema” insieme ad altri futuri registi come Carlo Lizzani e Michelangelo Antonioni. Nello stesso periodo ottiene il diploma al Centro sperimentale per la cinematografia di Roma. Nel 1942 gira il suo primo cortometraggio, “La gatta”; l’anno seguente collabora come sceneggiatore con Luchino Visconti e successivamente con Camillo Mastrocinque e Roberto Rossellini. La sua opera maggiore resta “Riso amaro” (1949), storia di un furto dalle tragiche conseguenze girata nelle risaie del Vercellese. Il film vede lo sfolgorante debutto e il successo internazionale di Silvana Mangano, che nel 1956 De Santis dirige nuovamente in “Uomini e lupi”. Da ricordare, del periodo postneorealista del regista, “Italiani, brava gente” (1964), che segue le storie e le amare riflessioni sulla guerra di quattro militari italiani durante la tragica campagna di Russia.