L’1 giugno 1937 a Roma il ministero della Stampa e propaganda cambia nome e diventa ministero della Cultura popolare (nome che sarà satiricamente abbreviato in “Minculpop”). Diretto da Galeazzo Ciano, eserciterà sui quotidiani una rigida supervisione attraverso i costanti ordini alla stampa, con cui il regime proietterà un’immagine serena e ottimistica della situazione italiana, censurando la cronaca nera, il dissenso, l’inflazione, demonizzando gli ebrei e i comunisti, esaltando la Germania e tentando di occultare i preoccupanti sviluppi della guerra durante i primi anni Quaranta. Compito del ministero è inoltre di “fascistizzare” a fondo la cultura nazionale, lo spirito del popolo italiano.