Il 9 giugno 1937 nasce a Perugia Giuliano Urbani, ex ministro dei Beni culturali. Laureato in Scienze politiche, collabora, come editorialista, con “Il Giornale”, “Il Corriere della Sera”, “Il Messaggero”, “La Stampa”, “Il Mondo” e “Il Sole 24 Ore”. Dal 1976 al 1988 fa parte del centro studi della Confindustria. Docente ordinario di Scienza della politica all’Università Bocconi a Milano, Urbani elabora il programma istituzionale di Forza Italia, di cui è uno dei fondatori. Eletto deputato per la prima volta nel 1994, entra a far parte del primo governo Berlusconi come ministro per la Funzione pubblica e gli affari regionali. Della sua gestione del ministero dei Beni culturali si ricordano, in particolare, le polemiche suscitate, nel maggio del 2004, dall’approvazione del Decreto Urbani, contro la pirateria online e la riproduzione non autorizzata di film e musica, che prevede multe salatissime (oltre 15.000 euro) e la pena fino 4 anni di reclusione. Il 3 ottobre 2005 lascia il parlamento per sopraggiunta incompatibilità, essendo stato nominato consigliere d’amministrazione della RAI. Il 7 marzo 2011, in merito al caso Meocci, Urbani è condannato dalla Corte dei conti al risarcimento di undici milioni di euro, insieme ad altri consiglieri Rai (Gennaro Malgieri, Angelo Maria Petroni, Giovanna Bianchi Clerici e Marco Staderini) e al ministro Domenico Siniscalco.