30 anni fa muore lo scrittore Bruce Marshall, detto “il Guareschi delle Highlands”

Il 18 giugno 1987 muore a Biot (Francia) lo scrittore scozzese Bruce Marshal, detto “il Guareschi delle Highlands”. Marshal nasce il 28 giugno 1899 a Edimburgo (Scozia), studia materie economiche frequentando il Trinity College e l’Università di Edimburgo,pronto a fare il “ragioniere”.
Durante la Prima guerra mondiale rimane gravemente ferito e gli viene amputata una gamba. Nel 1917 si converte al cattolicesimo. Dopo la conversione scoprì nella Chiesa cattolica una comunità perseguitata, discriminata, una piccola minoranza che dava la sua testimonianza di fede e carità in una società ostile. È lo scenario dei suoi primi romanzi. Marshall utilizza tutto il suo talento letterario per narrare la gloria di Dio, che si manifesta in mezzo alle traversie del mondo. Il tutto con un profondo senso dell’umorismo. La Grazia è la grande protagonista, spesso invisibile, delle opere di Marshall. Teologo narratore, narratore teologico, perspicace scrittore di preti, Chiesa & co. Ma anche, nel giudizio di un insospettabile come il suo primo editore italiano, Leo Longanesi, un autore capace di scrivere «con grande spregiudicatezza, con spirito e con arguzia, tali da piacere anche al lettore più smaliziato». Scopertosi romanziere grazie a diversi libri di successo, come “Il miracolo di padre Malachia”, “Il mondo, la carne e padre Smith”, “La sposa bella”, questo narratore si pone esplicitamente alla sequela del beato John Henry Newman.

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