Il 19 giugno 1947 nasce a Bombay (India) lo scrittore Salman Rushdie, ottiene un successo mondiale con “The Satanic Verses” (1988; I versetti satanici), che gli costano una condanna a morte (revocata nel settembre 1998) da parte delle autorità religiose islamiche per il loro contenuto, ritenuto blasfemo e irriverente nei confronti del profeta Maometto. Dopo gli studi all’Università di Cambridge (Inghilterra) esordisce con il romanzo “Grimus” (1975). Con “I figli della mezzanotte” (1981), allegoria dell’India moderna, vince il Booker prize e si impone all’attenzione del pubblico e della critica. Segue “La vergogna” (1983), opera che, per il ruolo centrale che vi svolgono le fantasie oniriche, può essere considerata surrealista. La condanna per “I versetti satanici” lo costringe a un’esistenza molto difficile, relegato a vivere in uno stato di semiclandestinità, interrotto solo da sporadiche apparizioni pubbliche. Nel 2006 esce il suo “Shalimar il clown”.