Il 28 giugno 1867 nasce a Agrigento Luigi Pirandello, uno dei massimi drammaturghi del Novecento. Nel 1901 pubblica il suo primo romanzo, “L’esclusa”, che segna il passaggio dal modello narrativo verista allo stile “umoristico”, cioè a una caratteristica mescolanza di tragico e comico, che da quel momento caratterizza la produzione pirandelliana. Nel 1903 lo scrittore si trova improvvisamente in rovina e con la moglie in preda alla pazzia; risale a quest’epoca la stesura della sua migliore opera narrativa, il romanzo “Il fu Mattia Pascal” (1904). A questo seguono altri romanzi, tra i quali “I vecchi e i giovani” (1913) e “Uno, nessuno e centomila” (1925-1926). Nel 1916 due sue opere teatrali riscuotono molto successo: “Pensaci, Giacomino!” e “Liolà”, seguite da “Così è (se vi pare)” (1917) e “Il giuoco delle parti” (1918). L’anno decisivo per la notorietà pirandelliana è il 1921, quando, per la sua audacia sperimentale, il dramma “Sei personaggi in cerca d’autore” prima viene fischiato a Roma e poco dopo ottiene a Milano un clamoroso successo, seguito dalla tragedia “Enrico IV” (1922), che consacra definitivamente Pirandello fra i massimi drammaturghi mondiali, accanto alla trilogia del “teatro nel teatro”, composta, oltre che dai “Sei personaggi in cerca d’autore”, da “Ciascuno a suo modo” (1924) e da “Questa sera si recita a soggetto” (1930). La produzione novellistica pirandelliana, nucleo generatore dei suoi drammi, è raccolta nelle “Novelle per un anno” (1922-1937). Nel 1934 è insignito del Nobel per la letteratura. Pirandello muore il 10 dicembre 1936 a Roma.