Il 16 agosto 1947 a Sofia (Bulgaria) viene condannato a morte Nikola Petkov, leader delle forze del centro-sinistra processato per “tradimento”. Lo impiccheranno il 23 settembre, nonostante il suo eroico atteggiamento durante la resistenza contro i nazisti e i tentativi dei rappresentanti delle potenze occidentali per salvarlo. Alla lettura della sentenza di condanna a morte per complotto emessa dal tribunale Petkov dichiara: “No! Non in nome del popolo bulgaro! Vengo mandato a morte per ordine dei vostri padroni stranieri, quelli del Cremlino, o di altrove. Il popolo bulgaro, schiacciato dalla cruenta tirannia che voi vorreste far passare per giustizia, non crederà mai alle vostre infamie!”