150 anni fa muore il poeta Charles Baudelaire, il padre del simbolismo

Il 31 agosto 1867 muore a 46 anni a Parigi (Francia) il poeta Charles Baudelaire colpito da un attacco di paralisi e afasia. Baudelaire nasce il 9 aprile 1821 a Parigi, nel Quartiere Latino: ha un’infanzia difficile, segnata dalla morte del padre e dall’insofferenza per il patrigno. La vocazione poetica, che si manifesta precocemente, è avversata dai genitori che nel 1841 lo costringono a compiere un viaggio in India: durante questo viaggio compone una delle sue poesie più famose, “L’albatros”. Riprende allora la sua vita di dandy e di esteta, sperimentando i ‘paradisi artificiali’ (questo il titolo di una sua raccolta di saggi pubblicata nel 1861) dell’hashish, dell’oppio e dell’alcol, procurandosi fama di eccentrico e immorale e dissipando ben presto il patrimonio paterno, cui ha accesso con la maggiore età. Questo periodo di libertà assoluta e di ricerca del piacere coincide con una fase creativa estremamente feconda, da cui nascono le sue poesie più celebrate. Il riconoscimento della sua abilità di scrittore giunge nel 1848, quando sono pubblicate le traduzioni di opere di Edgar Allan Poe, scrittore con il quale Baudelaire condivideva una profonda inquietudine. Nel giugno 1857 Baudelaire fa pubblicare la raccolta “I fiori del male”: l’opera è sequestrata e l’autore processato per oltraggio alla morale pubblica. Dopo lo scandalo, per far fronte ai debiti, continua a pubblicare sulle riviste testi critici e traduzioni di Poe, e i ‘poemetti in prosa’ che sarebbero stati raggruppati e pubblicati postumi in forma definitiva con il titolo “Lo spleen di Parigi” (1869).

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