Il 12 settembre 1977 muore in cella a Pretoria (Repubblica Sudafricana) Stephen Biko, in seguito ai maltrattamenti subiti dopo il suo arresto. Nonostante le violente proteste interne e le pressioni dell’opinione pubblica internazionale, la polizia non è ritenuta responsabile dell’accaduto. Vent’anni dopo, nel gennaio del 1997, in un contesto politico radicalmente diverso, cinque agenti della polizia confessano la loro responsabilità nell’assassinio di Biko di fronte alla Commissione per la verità e la riconciliazione. Niko nasce il 18 dicembre 1946 a King William’s Town (Repubblica sudafricana) , vince una borsa di studio presso la facoltà di medicina all’Università del Natal nel 1966, ma è espulso nel 1972 per il suo attivismo contro il governo segregazionista al potere in Sudafrica. Alla fine degli anni Sessanta è tra i promotori di varie organizzazioni nere, tra cui il “Black consciousness movement” (Bcm), all’interno del quale hanno un ruolo rilevante gli studenti, che nel 1968 fondano la “South african students’ organization”, di cui Biko è il primo presidente. Nel 1972 una coalizione di oltre settanta organizzazioni di neri dà vita alla “Black people’s convention”, la Convenzione della popolazione nera di cui Biko è nominato presidente onorario.