Il 27 settembre 1957 a Milano Leo Longanesi, scrittore ed editore, muore nel suo ufficio di via Bigli. Leopoldo Longanesi nasce il 30 agosto 1905 a Bagnacavallo (Ravenna) e nel 1927 fonda “L’Italiano”, periodico di tendenza “strapaesana”, la cui formula riprende con “Omnibus”, fondato nel 1937, primo rotocalco italiano di attualità. Della sua adesione al fascismo, non priva di atteggiamenti di “fronda”, sono testimonianza le prime opere: “Vade-mecum del perfetto fascista” (1926), “Cinque anni di rivoluzione” (1927). Nel dopoguerra, Longanesi fonda a Milano la casa editrice che porta il suo nome e dà vita a un nuovo periodico, “Il borghese”: qui, e nella più tarda produzione (“Parliamo dell’elefante”, 1947; “In piedi e seduti”, 1948; “Il mondo cambia”, 1949; “Una vita”, 1950; “Il destino ha cambiato cavallo”, 1951; “Un morto fra noi”, 1952; “Ci salveranno le vecchie zie?”, 1953; “Me ne vado”, 1957; “La sua signora”, 1957; “Lettera alla figlia del tipografo Leo Longanesi”, 1957), Longanesi esercita la sua corrosiva ironia nei confronti del sistema democratico. La casa editrice da lui fondata nel 1946 ha una produzione notevole nel campo della divulgazione scientifica (tra le sue collane più note è “La gaia scienza”) e della narrativa.