Il 30 dicembre 1997 muore a Partinico (Palermo) Danilo Dolci, padre della non-violenza italiana: con i suoi scioperi della fame mobilita le coscienze contro l’ingiustizia sociale. Dolci nasce il 28 giugno 1924 a Sesana (all’epoca in provincia di Trieste, oggi in Slovenia) e si unisce a don Zeno Saltini e opera nella comunità di Nomadelfia. In seguito conduce, a Trappeto e Partinico, zone tra le più depresse d’Italia, un’azione di riscatto delle plebi contadine, guidandole all’occupazione di terre incolte e lottando contro l’analfabetismo. Nel 1959 vince il premio Lenin per la pace. Tra le sue opere “Banditi a Partinico” (1955), “Inchiesta a Palermo” (1956 – Premio Viareggio), “Spreco” (1960), “Verso un mondo nuovo” (1965), “Non esiste il silenzio” (1974). Nei “Racconti siciliani” (1963) Dolci ha usato la tecnica del racconto-inchiesta; nelle poesie (“Voci dalla città di Dio”, 1951; “Poesie”, 1956; “Creatura di creature”, 1979) ha ricercato il punto di convergenza tra la componente religiosa e quella sociale della sua ispirazione.