Il 20 agosto 1988 entra in vigore il cessate il fuoco, imposto dall’Onu con la Risoluzione 598, che pone fine dopo otto anni di combattimenti al conflitto tra l’Iran dell’ayatollah Khomeini e l’Iraq di Saddam Hussein. La guerra scoppia il 22 settembre 1980 quando l’esercito iracheno invade a sorpresa il sud dell’Iran prendendo a pretesto un’improbabile sollevazione delle popolazioni arabe a Sud dell’Iran aveva attaccato militarmente il vicino persiano sulla linea di confine dello Shatt al Arab, con una modalità non dissimile da quella che adotterà dieci anni dopo nei confronti del Kuwait. In realtà l’oggetto della guerra è il controllo di quell’estuario del Tigri e dell’Eufrate che immette nel Golfo Persico. Si tratta di un’aggressione unilaterale, in violazione di qualsiasi norma di diritto internazionale. La guerra, che doveva risolversi in una rapida e vittoriosa avanzata irachena, si trascina per otto anni facendo centinaia di migliaia di morti (non se ne conosce la cifra esatta ma si pensa che non siano stati meno di 1 milione, equamente divisi fra i due contendenti) e provocando terribili sofferenze alla popolazione sia dell’Iran sia dell’Iraq. Quindi una delle guerre più sanguinose, lunghe e inutili della storia Medio Oriente.