Il 7 febbraio 1989 a Milano l’ex campione di tennis Bjorn Borg conquista i titoli dei giornali per un presunto suicidio su cui non è mai fatta molta chiarezza. Quel che si sa è che lo svedese è portato al pronto soccorso, pare perché avesse ingerito 60 pastiglie di Roipnol, un medicinale con effetti ipnotici, ansiolitici e sedativi. La dose che fa il giro di tutti i giornali, quella delle 60 pastiglie, è letale ma non viene mai confermata da nessuno: ovviamente la fonte da cui proviene è anonima. Borg rimane un solo giorno in ospedale, dopo di che è dimesso e anche se non arrivano dichiarazioni ufficiali dalla coppia Borg-Loredana Bertè – si dice che abbiano litigato pesantemente – o proprio in virtù di questa assenza di dichiarazioni, si specula per giorni su cosa sia realmente successo.