Il 28 marzo 1959 la Cina blocca la rivolta popolare tibetana iniziata il 10 marzo, e scioglie il governo del Tibet. Nei mesi successivi circa 80 000 tibetani – secondo le stime del Governo tibetano in esilio – fuggono in India, Nepal, Sikkim e Bhutan. Il 24enne Dalai Lama, capo spirituale e – per molti tibetani – leader politico del Tibet, fugge il 17 marzo da Lhasa (Tibet) e il 31 marzo raggiunge l’India.