110 anni fa nasce il giornalista Marcello Manni, fonda e dirige testate agricole

Il 3 aprile 1899 nasce Firenze il giornalista Marcello Manni che partecipa alla Prima guerra mondiale come “ragazzo del 99” meritando una medaglia di bronzo al valor militare. Aderisce al movimento fascista che si sta formando a Firenze intorno ad Alessandro Pavolini. Successivamente dopo il fervore dell’immediato dopoguerra e del consolidamento del regime fascista, Manni si disinteressa alla politica e non ha alcun ruolo nelle vicende che segnano l’affermarsi dell’egemonia mussoliniana. Accetta un’offerta per dirigere, a Palermo, una scuola-tipografia di un ente di formazione professionale, e vive nel capoluogo siciliano dal 1930 al 1943, estraneo all’attività politica, benché legato da amicizia con le gerarchie del regime. Nel 1943, alla caduta del fascismo e in pieno marasma istituzionale, è riassorbito dalla sua famiglia ideologica e aderisce alla Repubblica di Salò, mettendo la sua esperienza di giornalista a disposizione del declinante regime. Si trasferisce al nord, dove gli viene affidata la direzione del Gazzettino di Venezia, incarico che ricopre fino alla fine del conflitto. Arrestato e processato per collaborazionismo, viene riconosciuto immune da qualsiasi colpa, se non quella di aver diretto, con correttezza professionale, un giornale che non poteva che esprimere le opinioni perdenti. Assolto e liberato, ma ormai escluso dal giornalismo politico, stabilisce contatti con la Confederazione dell’Agricoltura e, a Roma, fonda il giornale Il Torchio e, successivamente, l’Oleario, che dirige fino alla morte avvenuta il 29 aprile 1955 a Roma

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