Il 17 aprile 1969 a Praga (Cecoslovacchia) Alexander Dubcek viene costretto a dimettersi dalla carica di primo segretario del Partito comunista cecoslovacco. Lo sostituisce Gustav Husak. Alexander Dubček cerca di dar vita al “comunismo dal volto umano”. Le limitate liberalizzazioni avviate da Dubček però impensieriscono l’URSS, che nella notte tra il 20 e il 21 agosto invia l’esercito a fermare la “Primavera di Praga” iniziata il 5 gennaio 1969. In seguito, Dubček e molti suoi alleati vengono tolti dalle loro posizioni nel partito con una nuova ondata di purghe che dura fino al 1971 e riduce i membri del partito di quasi un terzo.