160 anni fa Napoleone III assume il comando delle truppe sarde e francesi

Il 14 maggio 1589 ad Alessandria Napoleone III assume il comando delle truppe sarde e francesi. Inizia la Seconda guerra d’indipendenza: un conflitto durato solo due mesi, ma destinato a insanguinare il Nord Italia con un record di morti senza precedenti, ad avviare l’unità nazionale e a generare la Croce Rossa . A guidare sul campo i piemontesi Vittorio Emanuele II; a fianco (anzi sopra) di lui l’imperatore francese Napoleone III e sul fronte opposto un altro imperatore, Francesco Giuseppe d’Asburgo, in Italia ribattezzato col nome irridente di Ceccobeppe. Ma più di tutte queste coronate, il regista del conflitto è Camillo Cavour, dal 1852 capo del governo a Torino. Un anno prima il “grande burattinaio” firma con Napoleone III a Plombières (Francia) un trattato che impegna la Francia a difendere il Piemonte da eventuali invasioni. Oggi tutto ciò è noto; ma l’Austria ne è ignara. Così Cavour provoca in ogni modo per farsi attaccare e obbligare la Francia a intervenire. Vienna cadde in trappola: intima a Torino il disarmo, poi di fronte all’ovvio rifiuto dichiara guerra. Formalmente le ostilità iniziano il giorno 26 maggio 1859, ma in concreto l’invasione del Piemonte scatta il 30 aprile 1859, quando il generale ungherese Ferenc Gyulai, comandante delle forze asburgiche, passa il Ticino (confine di Stato) a Pavia. Un giorno dopo Novara è già occupata ed entro una settimana gli austriaci entrano a Biella senza incontrare resistenza. Le truppe sabaude lasciano fare, rintanate nel Sud del Piemonte a presidiare l’Alessandrino e il Monferrato, dove devono arrivare (via Liguria) i promessi rinforzi francesi. La guerra vera comincia solo quando i due eserciti alleati, riuniti sotto il comando in capo di Napoleone III, sono in grado di opporre agli austriaci forze adeguate e soprattutto l’artiglieria francese, la più moderna d’Europa.

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