20 anni fa il Partito del congresso respinge le dimissioni presentate da Sonia Gandhi

Il 17 maggio 1999 a Bombay (India) il Partito del congresso respinge le dimissioni presentate da Sonia Gandhi dopo che tre autorevoli leader le chiedono di rinunciare a candidarsi a primo ministro a causa della sua origine straniera. Grazie a una campagna che la porta in ogni angolo del paese, nelle elezioni del 2004 riesce a sconfiggere, contro tutte le previsioni, l’estrema destra indù rappresentata dal forte Partito del popolo indiano (Bharatiya Janata Party), conquistandosi soprattutto il consenso delle classi più povere e dell’elettorato rurale. Nell’intento di favorire il dialogo tra le varie comunità religiose ed etniche e di contrastare le pulsioni nazionalistiche, Sonia Gandhi in seguito rinuncia alla poltrona di primo ministro e affida la guida del governo all’economista Manmohan Singh. Conserva tuttavia un ruolo fondamentale nella vita politica indiana e siede nel Parlamento di New Delhi insieme con il figlio Raul.

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