Il 5 giugno 1999 all’Aprica (Sondrio) il ciclista Marco Pantani è costretto ad abbandonare la gara perché i test ematici rivelano che l’ematocrito del campione ha un valore superiore al limite consentito. L’8 giugno Pantani annuncia che non parteciperà al Tour de France. Sedici anni dopo, al processo per la morte di Pantani avvenuta il 14 febbraio 2014 a Rimini, emerge che il test effettuato su Pantani è stato manipolato e i Nas hanno trovato elementi apparentemente «sufficienti» a non archiviare il caso. «Agenti esterni», scrivono i carabinieri, entrarono in contatto con lo staff medico che eseguì il prelievo ematico risultato poi di un punto e nove superiore ai limiti consentiti. «Agenti esterni» che, ed è la stessa procura di Forlì che chiede l’archiviazione a metterlo nero su bianco, «provenivano da Napoli ed erano collegati ad ambienti di malavita». La relazione è stata acquisita anche dalla Dda di Bologna. Chissà che non sia l’Antimafia a dare la svolta alla vicenda della leggenda del ciclismo che nessuna «provetta» è ancora riuscita ad ammazzare.