Il 28 giugno 1919 a Versailles (Francia) viene firmato il trattato di pace a conclusione della prima guerra mondiale. E’ firmato dagli stati dell’Intesa e dalla Germania mentre il Congresso degli Stati uniti non lo ratifica (si arriverà, il 2 luglio 1921, alla firma di un trattato separato con la Germania, a Berlino). Il Trattato è negoziato alla conferenza di pace apertasi a Parigi il 18 gennaio 1919, cui partecipano i delegati delle 27 nazioni vincitrici, con un ruolo preminente dei rappresentanti di Stati uniti, Inghilterra, Francia e Italia, mentre la Repubblica di Weimar (che sostituisce lo sconfitto Reich tedesco) rimane esclusa dalle trattative. La prima sezione del trattato finale contiene anche il testo del patto costitutivo della Società delle Nazioni. Il Trattato di Versailles impone alla Germania l’abolizione del servizio militare obbligatorio, la riduzione dell’esercito a 100.000 uomini, la smilitarizzazione dell’intera riva occidentale del Reno e per una fascia di 50 km di quella orientale, il divieto di produrre e commerciare armi, un limite massimo di 24 navi per la flotta militare, con nessun sottomarino, e di 15.000 marinai, nonché la rinuncia completa all’aviazione. Ritenuta responsabile dei danni inflitti alle potenze alleate, la Germania dovrà farsi carico di pagare i danni di guerra (l’organizzazione del sistema dei pagamenti risulterà estremamente difficoltosa, richiedendo la riunione di un’apposita conferenza a Losanna nel 1932). Il Trattato costringe poi la Germania a riconoscere l’incondizionata sovranità di Belgio, Polonia, Cecoslovacchia e Austria, denunciando i precedenti trattati di Brest-Litovsk e di Bucarest. La Germania deve inoltre fare concessioni territoriali a Francia, Belgio, Danimarca, Polonia, Cecoslovacchia e Lituania. Danzica viene riconosciuta città libera sotto l’amministrazione della Società delle Nazioni, ma sotto la giurisdizione polacca per quel che riguarda dogana e relazioni internazionali. La Germania, infine, è privata delle colonie africane e oceaniche.