Il 9 luglio 1929 nasce a Rabat (Marocco) re Hassan II. Regna per 38 anni e governa i suoi 27 milioni di sudditi con pugno di ferro. Nonostante le critiche delle organizzazioni occidentali per la difesa dei diritti dell’ uomo, riusce ad evitare l’ esplosione destabilizzante delle tensioni interne che insanguinano l’ Algeria. Con i fondamentalisti islamici ha un rapporto difficile. Hassan si presenta come discendente diretto di Maometto. I suoi avversari lo accusano di “megalomania”. Soprattutto dall’ estate 1993, con l’ apertura a Casablanca (Marocco) della moschea intitolata a suo nome con il minareto – quasi 200 metr – più alto del mondo. Hassan II è considerato uno dei leader più filo – occidentali e moderati. Grande fautore del processo di pace tra arabi ed israeliani, amico personale del dirigente laburista Shimon Peres, mantiene rapporti privilegiati con Washington (Dc, Usa) e Parigi (Francia). Ma la minaccia del colpo di Stato è sempre in agguato. Ci provano nel 1971 e 1972 gruppi di ufficiali del suo esercito. Poi le sinistre nel 1973 e i suoi nemici ai vertici dei regimi libico e algerino. Lui resiste . Nel 1973 manda alcuni contingenti per affiancare Egitto e Siria nella guerra contro Israele. L’ anno dopo ospita a Rabat il summit della Lega Araba, che riconosce l’ Olp “unico” rappresentante del popolo palestinese a spese della Giordania. Ma nel 1976 e 1977 invita segretamente israeliani ed egiziani per i primi contatti che conducono alla pace di Camp David nel 1978. E nel 1993 l’ ex leader laburista israeliano Ytzhak Rabin passa a ringraziarlo sulla via del ritorno dello storico accordo di pace con Arafat in Usa. Hassan II muore il 23 luglio 1999 a Rabat.