Il 18 luglio 1979 a Torino Carmine Civitate, proprietario di un bar viene ucciso da Prima linea perché ritenuto colpevole – a torto – di aver chiamato la polizia. il barista è colpito alla fronte e al petto, i terroristi riescono a fuggire. Il 28 febbraio 1979 nello stesso bar muoiono in una sparatoria con la polizia due terroristi di Prima Linea, Caggegi e Azzaroni. La rivendicazione dell’omicidio di Civitate è fatta a “La Stampa” poco dopo il delitto con una telefonata in cui l’organizzazione comunista “Prima Linea – nucleo di fuoco Matteo Caggegi Charlie e Barbara Azzaroni Carla”, rivendica l’uccisione della “spia proprietaria del bar della la sparatoria mortale di Charlie e Carla nell’anniversario della morte del compagno Valerio.” La vendetta è la motivazione dell’uccisione. Carmine Civitate però non c’entra niente con la sparatoria avvenuta nel suo bar: non è lui a telefonare per avvisare la polizia di due tipi sospetti in un bar di via Veronese e inoltre rileva il bar solo dopo il fatto