80 anni fa, II Guerra mondiale: le truppe sovietiche iniziano l’invasione

Alle 3 del mattino del 17 settembre 1939 a Mosca (Unione Sovietica), il commissario del popolo aggiunto agli affari esteri, Vladimir Potëmkin, convoca nel suo ufficio l’ambasciatore polacco Grzybowski per comunicargli che, dal momento che «di fatto, lo stato polacco e il suo governo hanno cessato di esistere», il governo sovietico ha ordinato all’Armata Rossa di «far passare la frontiera polacca alle sue truppe, e di prendere sotto la sua protezione la vita e i beni dei popoli dell’Ucraina e della Russia Bianca occidentali». Così, calpestando cinicamente il patto di non aggressione sovietico-polacco del 25 luglio 1932, rinnovato il 5 maggio 1934 e destinato a durare sino ala fine del 1945, ma seguendo gli accordi segreti stabiliti dal patto Molotov-Ribbentrop del 23 agosto 1939, le armate corazzate sovietiche si muovono dalla frontiera occidentale con la Polonia (fissata dal trattato di Riga del 1921), avanzando sui due lati delle grandi Paludi del Pripjat’. Nonostante qualche sporadica resistenza del moribondo esercito polacco, le colonne corazzate e motorizzate sovietiche si spingono rapidamente sulle quattro direttrici di Vilna, di Brest-Litowsk, di Kowel e di Leopoli. Da parte loro i tedeschi, nel rispetto del patto Molotov-Ribbentrop , sgomberano regioni e città già occupate, tra cui Leopoli (oggi Lvov).

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