Il 9 ottobre 1999 a Verona (New York, Usa) al Turning Stone Casino Convention Center la ventunenne Laila Alì esordisce nella boxe con una vittoria per ko in trentuno secondi davanti a 2.800 spettatori, e soprattutto davanti a suo padre. Laila Alì, un metro e 74 di altezza per 76 chili, domina l’incontro dalla primissima mossa. April Fowler, la sua rivale, non sa tenerle testa neanche per un istante: gira più volte la testa mentre viene colpita e alla fine è centrata in pieno da un sinistro alla mascella che l’ha stende al tappeto. Mohammed Alì, 57 anni, da tempo affetto dal morbo di Parkinson, non ha dato particolari segni di esultanza. E’ rimasto seduto accanto alla moglie e a altre due delle sue figlie, mentre dall’altra parte del ring Veronica Kennedy, madre di Laila e sua terza moglie, non nascondeva la sua gioia. Laila è l’unica dei nove figli di Mohammed Alì a seguire le orme del padre, e il campione non si sbilancia: non la incoraggia né la segue in modo particolare, e fino all’ultimo nessuno sapeva se sarebbe andato a vederla. Ma quando lei vince lui c’è, e questo suona già sancire l’approvazione di un’avventura cominciata per caso.