20 anni fa l’Anonima sequestri sarda rapisce Silvia Melis

Il 19 febbraio 1997 a Tortolì (Nuoro) l’Anonima sequestri dopo due anni torna a colpire in Sardegna. La vittima è Silvia Melis, figlia di un facoltoso ingegnere, da poco separata e madre di un bambino di quattro anni. Sale a 182 il numero delle persone rapite dal 1960. Silvia Melis ritornerà in libertà l’11 novembre 1997, dopo nove mesi di prigionia. Secondo la versione ufficiale, la ragazza si sarebbe liberata da sola e non sarebbe stato pagato alcun riscatto. Il 19 novembre Nicola Grauso, editore cagliaritano, dichiarerà di aver pagato un riscatto per la liberazione della ragazza. La magistratura cagliaritana smentisce con forza che sia mai stato pagato un riscatto, asserendo che Silvia Melis si sarebbe liberata da sola. Tuttavia Grauso terrà duro sulle sue posizioni, finendo indagato per favoreggiamento e per tentata estorsione ai danni di Tito Melis. Oltre a Grauso, vengono anche indagati Luigi Lombardini, giudice noto per la lotta all’Anonima sequestri, l’avvocato Antonio Piras (accusati, come Grauso, di aver fatto credere a Tito Melis di aver contattato i rapitori) e Antonangelo Liori, accusato di aver portato da Grauso il medico che curò Sivia Melis dopo il sequestro. Successivamente viene indagato, per estorsione e favoreggiamento, Luigi Garau, difensore della famiglia Melis. L’11 agosto 1998 il giudice Luigi Lombardini, poco dopo un interrogatorio dei magistrati di Palermo si suiciderà nel proprio ufficio. Ne seguiranno accese polemiche: Grauso entrerà per questo in prorompente polemica con la magistratura di Palermo e di Cagliari e la Procura della Repubblica di Cagliari decise di commissariare il gruppo Grauso per debiti. Nel 2010 Grauso, Garau e Liori vengono assolti per quanto riguarda l’estorsione ai danni della famiglia Melis in quanto il fatto non sussiste.

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