20 anni fa muore il russo Andrej Sinjavskij, scrittore e critico letterario dissidente

Il 25 febbraio 1997 muore a Fontenay-aux-Roses (Francia) lo scrittore e critico letterario dissidente russo Andrej Sinjavskij. Sinjavskij nasce l’8 ottobre 1925 a Mosca (Russia), insegna all’Istituto letterario di Mosca e nel 1966 è condannato per la pubblicazione all’estero (sotto lo pseudonimo di Abram Terz) di scritti “ostili” all’Urss. Dopo sette anni di reclusione è esiliato. Stabilitosi a Parigi (Francia) insegna letteratura russa alla Sorbona. Tra le sue opere narrative, che descrivono per lo più in chiave satirica la realtà sovietica, si ricordano “Si fa il processo” (1959), “Compagni, entra la corte” (1960), “Racconti fantastici”, noti anche con il titolo “La gelata” (1962), “Ljubimov” (1965) e il romanzo “Buona notte” (1984). Di contenuto filosofico-politico o letterario sono invece “Una voce libera dai ceppi” (1964), “Passeggiare con Puškin” (1976).

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