Il 9 marzo 1947 nasce a Christchurch (Nuova Zelanda) la scrittrice Keri Hulme, è nota soprattutto per i romanzi “The bone people” (1985) con cui vince il Booker Prize, dove affronta i temi del contrasto fra culture, del sogno, degli aspetti patologici e devianti della psiche umana, e “The windteater” (1987). Discendente da antenati maori e inglesi, scrive in un inglese che rimane prepotentemente neozelandese anche quando si nutre delle grandi tradizioni della narrativa anglosassone: in una prosa brillante e vivace, la Hulme dà voce a una concezione pessimistica ma fondamentalmente ironica dell’esistenza. I temi preferiti sono la violenza, il razzismo, la spoliazione dell’ambiente, del mare e del cielo e il retaggio ancestrale e prezioso della cultura maori. Alla violenza che nasce dal rapporto d’amore è dedicato il romanzo breve “Lost possessions” (1986).