Il 15 marzo 1767 nasce a Waxhaw (North Carolina) Andrew Jackson, settimo presidente Usa dal 1829 al 1837 e primo presidente “democratico” propriamente detto. Self made man Jackson diventa avvocato nel 1787 e nel 1796 collabora alla stesura della Costituzione del Tennessee, che l’1 giugno 1796 diventa il 16° Stato autonomo dell’Unione; sempre nel 1796 viene nominato deputato per il Tennessee al Congresso degli Stati uniti. Durante la guerra del 1812 guadagna enorme popolarità grazie alla sconfitta inferta agli indiani creek, una minaccia per i confini sudorientali del paese. Una seconda vittoria militare contro gli inglesi, nel 1815, lo eleva al rango di eroe nazionale e gli spiana la strada verso la presidenza. Nel 1824 si candida alle elezioni presidenziali per il Partito democratico, ma non ottiene la maggioranza assoluta e al suo posto è eletto John Quincy Adams. Nel 1928 Jackson si dopo si ripresenta e fa il suo ingresso alla Casa Bianca, rieletto anche nel 1832. Nel 1834 si forma un nuovo partito di opposizione, il partito Whig, che intende contrastare la politica finanziaria del presidente, ritenuta da molti clientelare. In seguito al tentativo di Jackson di ritirare i fondi federali della Banca degli Stati uniti a favore di una serie di istituzioni minori dirette da politici a lui fedeli, il Senato vota, per la prima volta nella storia, la censura a un presidente (1834) accusandolo di atteggiamento incostituzionale. Jackson comunque rimane in carica fino alla scadenza del secondo mandato e muore l’8 giugno 1845 a Nashville (Tennessee).