Il 22 marzo 1947 muore a Milano lo scultore Arturo Martini. Martini nasce l’ 11 agosto 1889 a Treviso e nel 1920 espone a Milano con il sostegno di Margherita Sarfatti e Carlo Carrà, che lo coopta nel gruppo Valori Plastici. Partecipa alla II Biennale Romana e alla Prima Mostra del Novecento. Nel 1931 vince il premio della scultura alla I^ Quadriennale di Roma e nel 1932 ha una sala personale alla Biennale di Venezia. Nel 1933 inizia il periodo monumentale caratterizzato da importanti commissioni pubbliche del regime fascista, intervallate da lavori di carattere personale. Nel 1937 esegue in marmo di Carrara il grande altorilievo per il Palazzo di Giustizia di Milano – La Giustizia corporativa – e negli anni successivi comincia a dipingere. Chiamato ad insegnare all’Accademia di Venezia alla fine del 1941, Martini vi si trasferisce e conosce Carlo Scarpa e Mario Deluigi che l’anno dopo allestiscono la sala personale dello scultore alla Biennale, dove il marmo della Donna che nuota sott’acqua rivela la nuova situazione di Martini all’altezza degli anni quaranta. Nel 1945 Martini pubblica a Venezia il celebre testo “La scultura lingua morta”.