L’1 maggio 1947 a Palermo gli uomini della banda di Salvatore Giuliano, per ordine della mafia, uccidono 11 persone (65 feriti) tra i braccianti riuniti con i loro familiari per celebrare la festa del lavoro. I latifondisti e i gruppi di potere a essi legati utilizzano questa strategia per intimidire i lavoratori che rivendicano la riforma agraria e la restituzione delle terre demaniali che i proprietari terrieri hanno nel tempo illegalmente annesso ai loro fondi. Giuliano sarà ucciso nel 1950 in circostanze misteriose in seguito al tradimento del suo luogotenente e cugino Gaspare Pisciotta, che a sua volta sarà misteriosamente assassinato in carcere a Palermo nel 1954.