Il 22 maggio 1967 muore a New York (New York, Usa) il poeta James Langston Hughes, esponente della cosiddetta “Harlem Renaissance” degli anni Venti del Novecento. Hughes nasce l’1 febbraio 1902 a Joplin (Missouri, Usa), si laurea in Pennsylvania e svolge vari lavori prima di continuare gli studi in Unione sovietica e, durante la guerra civile spagnola, diventare corrispondente da Madrid (Spagna) per un periodico di Baltimora (Maryland, Usa). Come giornalista esprime sovente le sue opinioni sulle frustrazioni degli afroamericani, usando i toni umoristici e ingannevolmente ingenui di quella che sarebbe stata la sua creazione più felice, Jesse B. Simple. Per la poesia, Hughes ignora le forme tradizionali e adotta un linguaggio modellato sui ritmi del jazz e del blues, come in “Blues di stanchezza” (1926). Tra le altre opere figurano il romanzo “Piccola America negra” (1930), il dramma “Mulatto” (rappresentato nel 1935 e pubblicato nel 1963) e l’autobiografia “Nel mare della vita” (1940).