Il 24 giugno 1997 la Corte di appello di Reggio Calabria annulla la condanna per Giacomo Mancini, accusato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso. L’annullamento della sentenza di colpevolezza, emessa dal tribunale di Palmi nel 1996, è motivata da “incompetenza territoriale”. Si dispone perciò la celebrazione di un nuovo processo, a Catanzaro. Mancini nasce il 21 aprile 1916 a Cosenza, avvocato, figlio di Pietro (uno dei fondatori del Psi), partigiano, Mancini è eletto deputato per la prima volta nel 1948. Più volte ministro, il 23 aprile 1970 è eletto segretario nazionale del Psi. Nel 1993 è sindaco di Cosenza, ma in quell’anno prende l’ avvio la sua vicenda giudiziaria, quando alcuni pentiti lo accusano di presunti rapporti con cosche mafiose del reggino e di Cosenza. Dopo un susseguirsi di condanne ed assoluzioni Mancini torna all’attività politica nel 1997, anno in cui è nuovamente eletto sindaco di Cosenza e vi muore l’8 aprile 2002.