Il 17 ottobre 1997 a Riofreddo (Roma) l’ispettore dei Nocs Samuele Donatoni muore durante un’operazione volta a liberare Giuseppe Soffiantini, imprenditore bresciano rapito il 17 giugno 1997 nella sua villa di Manerbio (Brescia) e liberato solo successivamente, il 10 febbraio 1998, vicino a Prato. I Nocs atirano in una trappola i sequestratori con l’esca del pagamento del riscatto, Donatoni si sostituisce agli intermediari ed è colui che praticamente avrebbe consegnato il denaro ai banditi, portandoli allo scoperto. La spiegazione iniziale è che Donatoni venga ucciso da un colpo di kalashnikov sparato da Mario Moro, uno dei rapitori di Soffiantini ucciso successivamente in un altro conflitto a fuoco, avvenuto a conclusione di un rocambolesco inseguimento da parte della polizia. La sentenza del tribunale di Roma del dicembre 2005 stabilirà invece che Donatoni è ucciso da fuoco “amico”, colpito da una Beretta calibro 9 parabellum, in dotazione delle forze dell’ordine e che all’evento drammatico fa’ seguito un tentativo di depistaggio.